31 agosto Giornata Internazionale della Consapevolezza dell’Overdose: aumenta il consumo di psicofarmaci in particolare fra le donne, anche in giovane età

La Giornata Internazionale della Consapevolezza dell’Overdose (IOAD) si celebra annualmente dal 2012. Il tema dell’edizione 2024 è “Insieme possiamo” e mira a evidenziare la forza di unirsi e sostenere coloro che sono collegati alla tragedia del sovradosaggio. L’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo delicato problema, ancora oggi numericamente e socialmente rilevante, ricordando il dolore di familiari e amici delle tante vittime di overdose.

La parola “overdose” deriva dall’inglese e significa letteralmente “sovradosaggio” ovvero l’assunzione di un quantitativo di sostanza psicoattiva maggiore rispetto a quello che l’organismo può tollerare, un’intossicazione acuta che, in casi specifici, può delinearsi come fatale.

L’overdose più conosciuta è quella causata da oppiacei come l’eroina e/o farmaci oppioidi, ma è bene ricordare che anche cocaina, alcol o qualsiasi altra sostanza psicoattiva possono causarla. Purtroppo, è altrettanto diffuso l’uso improprio di psicofarmaci non solo tra la popolazione afferente agli ambulatori del. Ser.D. AslTo3 ma anche nella popolazione generale.

L’uso ingiustificato di psicofarmaci sta aumentando anche fra i ragazzi e soprattutto le ragazze di età compresa fra i 15 e i 19 anni. È quanto evidenziato dai più recenti risultati di ESPAD Italia, European school survey project on alcohol and other drugs, ricerca organizzata annualmente dal Cnr, il Centro nazionale di Ricerca, sui comportamenti d’uso di alcol, tabacco e sostanze psicotrope legali e non, da parte degli studenti e delle studentesse delle scuole medie superiori. Nel 2023 il 18% (circa 440.000) degli studenti riferisce di aver assunto psicofarmaci SPM (ovvero senza prescrizione medica) almeno una volta nella vita. Il fenomeno è maggiormente diffuso tra le ragazze, sfiorando percentuali doppie e, in alcuni casi, anche più alte, rispetto a quelle dei ragazzi. In questo contesto, la quota maggiore riguarda i farmaci per dormire (8,3%), seguiti immediatamente dai farmaci per favorire l’attenzione (3,5%), poi da quelli per controllare l’umore (2,6%), e infine da quelli associati alle diete (2,5%). I ragazzi che hanno assunto farmaci SPM1 riferiscono di averli reperiti il 48% a casa propria, il 27% attraverso la rete Internet, il 20% a casa di amici, mentre il 18% si è rivolto al mercato di strada.

Per quanto riguarda la popolazione adulta, lo studio IPSAD, Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs, sempre del Cnr, riferisce che nel corso del 2022, 8 milioni e mezzo di persone tra i 18 e gli 84 anni hanno utilizzato psicofarmaci (18%); il consumo di questa tipologia di farmaci ha interessato soprattutto il genere femminile (F=23%; M=13%), e tende ad aumentare al crescere dell’età, passando dal 14% della fascia 18-40 anni, al 17% dei 41-60enni, per raggiungere il 23% tra gli over 60. Suddividendo gli psicofarmaci per tipologia, l’utilizzo maggiormente riferito è quello di tranquillanti e ansiolitici (12%: M=8,8%; F=15%), seguiti da sonniferi (7,4%: M=5,4%; F=9,4%) e antidepressivi (6,2%: M=4,6%; F=7,7%). Se la maggioranza di chi ha consumato psicofarmaci se li è procurati in farmacia, utilizzando la prescrizione del proprio medico, il 4,5% della popolazione 18-84enne (M=3,3%; F=5,7%) lo ha fatto utilizzando altri canali (gli intervistati potevano indicare più opzioni) tra cui conoscenze private (4,7%), la rete Internet (11,4%), reperendoli in casa propria (15,2%) o in farmacia senza ricetta medica (99,4%). Negli anni, è aumentato quindi sensibilmente il consumo non prescritto di psicofarmaci nella popolazione compresa tra i 18 e i 64 anni, che nel 2022 arriva a interessare il 6,5% della popolazione femminile, e oltre il 3% di quella maschile.

Vi è un ultimo dato allarmante: negli ultimi tempi, a partire dal 2020, i decessi provocati dal consumo di psicofarmaci sono stati il 19-21% di tutte le morti droga-correlate.

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