L’AslTo3 prosegue il percorso per l’attuazione del Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, in osservanza del calendario previsto: da martedì 11 aprile è attiva la Cot di Avigliana, terza in ordine di tempo sul territorio dell’Asl, dopo la centrale di Pinerolo (1° novembre 2022) e la centrale di Venaria (21 dicembre 2022).
Le tappe previste dal Piano dovrebbero attuare la riorganizzazione dei servizi territoriali entro il 2026, in osservanza dell’indicazione della Comunità europea, con lo scopo di facilitare e garantire la presa in carico dei cittadini con problemi di fragilità sociosanitaria che la pandemia da Covid19 ha reso ancora più evidenti.
Cardine della riorganizzazione è la COT, Centrale Operativa Territoriale: sono sei in tutto le centrali previste sul territorio dell’AslTo3, tutte parte della fase sperimentale per il territorio della Regione Piemonte.
La COT di Avigliana è riferimento per il distretto Val Susa Val Sangone, di cui fanno parte i comuni di Bruzolo Bussoleno Chianocco Chiomonte Exilles Giaglione Gravere Mattie Meana di Susa Mompantero, Moncenisio, Novalesa, San Giorio, Susa, Venaus, Oulx, Bardonecchia, Cesana Torinese, Claviere, Salbertrand, Sauze d’Oulx, Cesana, Almese, Avigliana, Buttigliera Alta, Borgone di Susa, Caprie, Caselette, Chiusa San Michele, Condove, Rubiana, San Didero, Sant’Antonino di Susa, Sant’Ambrogio, Vaie, Villardora, Villar Focchiardo, Giaveno, Valgioie, Sangano, Trana, Coazze, Reano e si trova presso l’attuale sede del Distretto al Polo Sanitario di Avigliana Via Sant’Agostino 5 e osserva il seguente orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle 15.30.
Cos’è la COT, Centrale Operativa territoriale
Si tratta di una struttura organizzativa che deve coordinare i servizi del territorio, assicurando una stretta sinergia fra rete di emergenza-urgenza, l’ospedale e i servizi territoriali e domiciliari.
Non è un servizio aperto direttamente ai cittadini (se non attraverso la centrale Operativa 116-117 oppure dai punti unici di accettazione PUA) ma è il cuore della riorganizzazione della sanità territoriale prevista dal Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, che prevede anche la creazione di case di Comunità e Ospedali di Comunità.
Il personale. La centrale è coordinata dagli infermieri e al suo interno lavorano anche medici, personale amministrativo, assistenti sociali dell’Asl in stretta integrazione con le assistenti sociali degli Enti Gestori.
Obiettivo. Scopo dell’attività della centrale operativa è assicurare accessibilità, continuità e integrazione della cura e dell’assistenza attraverso il raccordo delle funzioni clinico-assistenziali, fra cui i servizi rivolti a: persone ricoverate in Hospice, CAVS/Ospedali di Comunità presenti sul territorio che necessitano di un percorso di dimissione anticipata e assistita al domicilio o in un’altra struttura; persone vulnerabili e con bisogni complessi, che necessitano di una presa in carico integrata non solo di tipo sanitario ma anche sociale (anziani soli, persone con criticità abitative, ecc); persone affette da patologie croniche, attraverso la presa in carico della cronicità tramite interventi di “medicina di iniziativa”, cioè tramite la segnalazione del caso da parte del personale sanitario;
monitoraggio dell’evoluzione della malattia e attraverso azioni di prevenzione della salute.
Dettagli dell’attività. La Centrale monitora e garantisce la tracciabilità dei percorsi e la trasparenza dei processi, facilita la comunicazione tra i diversi setting assistenziali attivando i percorsi appropriati in sinergia con tutte le figure professionali e servizi coinvolti. Inoltre, mette in atto e sviluppa percorsi di telemonitoraggio e teleconsulto, promuove percorsi di salute, di prevenzione e di educazione sanitaria (ad es. nell’ambito dell’alimentazione, dell’attività fisica, gruppi di cammino, ecc.) in sinergia con i Dipartimenti Aziendali, i Presidi Ospedalieri dell’ASL, le Strutture Sanitarie Intermedie (Hospice, CAVS, RSA, ecc.) i Servizi Sociali, le Associazioni di Volontariato.
Il modello innovativo della COT è nazionale, ma è stato riadattato alla realtà piemontese dalla Direzione Sanità e Welfare della Regione Piemonte, insieme ad AGENAS ed alle Aziende Sanitarie ASL TO3, ASL NO, ASL CN2 ed ASL Città di Torino, tramite un progetto di ricerca per la definizione e implementazione di un modello sperimentale in coerenza con il riordino della rete territoriale del Piemonte.