OSPEDALE DI RIVOLI: LA NUOVA METODICA DELLA PROSTATECTOMIA RADICALE IN DAY SURGERY PRESENTATA AL CONGRESSO NAZIONALE DI UROLOGIA
Il 6 e 7 febbraio scorsi 7 febbraio, si è tenuto il 2° Congresso Nazionale di Day Surgery in Urologia, dove l’Urologia di Rivoli è stata invitata a presentare l’ esperienza innovativa sulla ” Prostatectomia radicale in Day Surgery”, primi in Italia, sulla scorta del noto progetto già a regime in Ospedale ed inserito nella Rete oncologica piemontese.
I nomi dei partecipanti erano di tutto rispetto, essendo presenti tutti gli Ordinari Universitari e gli Ospedalieri del Piemonte e altri di varie Regioni ( Liguria, Emilia, Lazio etc ). Gli argomenti trattati erano interessanti e alla comunicazione dell’Urologia di Rivoli è stato riservato un ” Focus” particolare, che ha suscitato notevole interesse, partecipazione e complimenti unanimi.
Oltre ai medici, alcuni infermieri di Ospedali importanti hanno manifestato interesse verso un trattamento che valorizza l’attenzione al paziente, consente di contenere i costi ed è funzionale ai nuovi modelli di Ospedalizzazione a domicilio.
La presente segnalazione, redatta dal Direttore della S.C. Urologia dell’Ospedale di Rivoli Dr. Maurizio Bellina e dai suoi collaboratori ha anche lo scopo di “far conoscere alla popolazione , ai medici di famiglia e ai dipendenti stessi , che anche e soprattutto al di fuori del contesto ospedaliero si coglie davvero il valore di ciò che l’Ospedale di Rivoli sa esprimere in termini di innovazione e di eccellenza, circostanze che valorizzano complessivamente l’attività specialistica del Presidio e le professionalità che ci lavorano. Un particolare ringraziamento al Dr. S. Guercio per il suo lavoro di preparazione della relazione presentata.”
LA DOTT.SSA MAITA SARTORI DELL’ASL TO3 VOLONTARIA A BORDO DELLA NAVE ETNA DELLA MARINA MILITARE PER L’OPERAZIONE MARE NOSTRUM (oggi Triton)
La Dott.ssa Maita Sartori, ginecologa, responsabile del Servizio di Prevenzione Attiva dell’ASLTO3, è stata da poco a bordo della Nave Militare Etna, impegnata nel recupero di migranti che attraversano il Mediterraneo per raggiungere le coste italiane.
Volontaria della Fondazione Rava di Milano, ha alle spalle precedenti esperienze di volontariato in Africa e in America Latina, “Ma questa” dice “è stata un’avventura speciale. Ho incontrato persone meravigliose, quell’Italia di cui dovremmo tutti andare fieri, professionisti che si impegnano ogni giorno per salvare la vita ad altre persone, donne, bambini.”
Anche alla Dott.ssa Sartori ha fatto dunque la sua parte, come Medico e come Ginecologo: mentre era a bordo sono nati ben due bambini. Il primo, Haloniab Mosé (salvato dalle acque), è nato da una giovane mamma eritrea, Lucia, mentre il secondo, figlio di Kate, nigeriana, è nato sul ponte della nave attrezzato con una piccola sala medica, in mare aperto; si chiama Testimony Salvatore.
“La madre ci ha chiesto di suggerirle un nome italiano che desse l’idea del Natale e del luogo dove eravamo” racconta la Dott.ssa Sartori. “E’ una donna molto coraggiosa e intraprendente, fa la parrucchiera. A bordo era sola con una figlia piccola, ci ha raccontato di averne altri due e un marito, lontano.” Quando il piccolo è nato, il comandante della nave Fabio Farina ha fatto suonare la sirena e in tanti sono venuti a salutare il bambino, ufficiali, marinai, militari, abituati alle esperienze a volte davvero terribili della vita di mare in missione, tutti a festeggiare così quel Natale, lontani da casa e dalle loro famiglie.”
Dall’articolo pubblicato sul settimanale Famiglia Cristiana :
“E’ stato tutto molto veloce. Alle 23.41 del giorno di Natale il bimbo è nato. Un’emozione… un’emozione che si fa fatica raccontare”. Nel suo ambulatorio dell’Asl TO3 di Collegno, alle porte di Torino, la dottoressa Maita Sartori rievoca quei giorni frenetici trascorsi in mezzo al mare che ancore girano nella memoria. E’ la vigilia dell’Epifania, ma la ginecologa ha un po’ di visite in “arretrato”: “Sa, mi sono consumata tutte le ferie andando in missione sulla nave Etna”. Toscana di origine calabrese, mamma di tre figli e moglie di un collega ginecologo, la dottoressa ha un passato di medico volontario in Africa e in America Latina e non è nuova a certe esperienze. “Ma questa storia…beh, questa storia è davvero indimenticabile, una delle più toccanti in assoluto”. Maita ripercorre per noi il film di quel parto in mare aperto, nella sala attrezzata sul ponte di una nave della Marina Militare Italiana, che è un po’ il simbolo e l’orgoglio di noi italiani, come ha ricordato lo stesso capo dello Stato Napolitano nel suo discorso di fine anno. Della sua équipe faceva parte anche l’ufficiale medico Serena Petricciuolo, citata dal presidente come italiana esemplare la sera di San Silvestro. E di italiani esemplari, quella notte, su quella nave adibita al salvataggio dei migranti, ce n’erano parecchi