CERCASI 100 DONNE IN ETA’ FERTILE

CHE ACCETTINO DI SOTTOPORSI VOLONTARIAMENTE AGLI ESAMI PER VALUTARE L’ ESPOSIZIONE AGLI INQUINANTI ORGANICI PERSISTENTI – IL PROGETTO A VALENZA EUROPEA E COORDINATO A LIVELLO REGIONALE INTENDE FARE IL PUNTO SULL’ENTITA’ E SULLE CONSEGUENZE PER LA NOSTRA SALUTE DALLE ESPOSIZIONI AGLI INQUINANTI AMBIENTALI SIA IN AREE URBANIZZATE SIA MONTANE E VERIFICARE POI NEGLI ANNI COME SI EVOLVE LA SITUAZIONE

Il progetto al quale aderisce la nostra ASL e del quale è divenuta riferimento regionale è molto ampio: si definisce: “Tra ambiente e salute: studio di biomonitoraggio sulla base di Inquinanti organici persistenti in donne in età riproduttiva” ; è un progetto finanziato dalla Comunità Europea e gestito nell’ambito di un coordinamento con l’Assessorato alla Tutela della salute e sanità della Regione Piemonte.

In estrema sintesi verranno effettuate particolari analisi ematochimiche basate su di un semplice prelievo del sangue ad un campione volontario residente nelle aree prestabile dell’ASL TO3 composto da 100 donne in età riproduttiva; tali analisi ( che ricercano parametri diversi da quelli delle normali analisi ematochimiche) forniranno con precisione informazioni sul grado di “assorbimento” nelle donne,( il sesso femminile è più sensibile) agli inquinanti esterni sia in aree rurali e montane sia in aree più urbanizzate.

Per la prima volta sarà possibile avere qualche informazione in più sul livello di salubrità dei luoghi nei quali viviamo, come l’assorbimento può incidere sulla nostra salute e come cambia negli anni.

Una sorta di anno zero nel dal quale partire per monitorare l’inquinamento del nostro territorio.

L’indagine, si svolge in collaborazione e sinerga tra il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ASL TO3 ( parte dell’equipe nella foto a fianco), diretto dal Dr. Nicola Suma, e l’Istituto Superiore di Sanità. Responsabile del progetto è il Dr. Enrico Procopio.

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO – Tecnicamente ha come obiettivi generali la necessità di caratterizzare, attraverso il biomonitoraggio, i livelli di alcuni inquinanti organici persistenti (POP), in aree a differente tipologia espositiva (rurale, urbana, industriale, hot spots) di diverse regioni italiane, mettere in correlazione i dati di carico corporeo individuale con informazioni di tipo espositivo.

Più specificamente gli obiettivi del progetto sono relativi a:

  • descrivere gli andamenti delle ricadute sulla salute derivanti dagli inquinamenti negli anni, fornendo altresì le necessarie informazioni per orientare le scelte dei servizi sulle attività in materia di prevenzione e salute;
  • approfondire la conoscenza del rischio di malattie associato a specifiche esposizioni;
  • misurare i livelli di esposizione nel tempo e nello spazio, suddivisi per aree e per livello di esposizione;
  • costruire un banca dati sulla popolazione, indispensabile per effettuare valutazioni di impatto sulla salute;

GLI INQUINANTI RICERCATI NEL SANGUE – Gli inquinanti organici persistenti (POP) sono un gruppo di inquinanti caratterizzati da un’ampia gamma di effetti tossici, da elevata persistenza ambientale e biologica, dalla capacità di accumulare negli organismi e nelle catene alimentari. A causa della loro tossicità e diffusione sono stati identificati come un pericolo per l’ambiente e la salute umana a livello globale. Ad esempio stiamo parlando de i seguenti inquinanti: policlorodibenzodiossine , policlorodibenzofurani (“diossine”), policlorobifenili (PCB), polibromodifenileteri (PBDE), perfluoroottansulfonato (PFOS) e acido perfluoroottanoico (PFOA), p,p’– difenildicloroetilene (p,p’-DDE), esaclorobenzene (HCB).

Nonostante le misure adottate per ridurre la contaminazione ambientale, l’esposizione agli inquinananti di cui sopra è continua, e avviene essenzialmente per via alimentare, per cuil’esposizione rappresenta una priorità a livello sanitario, al fine di orientare adeguate politiche a livello ambientale.

Il progetto di biomonitoraggio su di un campione di 100 donne rappresenta per la nostra realtà lo strumento più efficace per valutare l’esposizione umana alla contaminazione, fornendo una misura della reale dose interna risultante Da tutte le possibili vie e fonti espositive. Nell’ultimo biennio il biomonitoraggio dei citati inquinanti è stato inserito dal Ministero dell’Ambiente, in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità, nella lista delle priorità nazionali, l’Istituto Superiore di Sanità.

PERCHE’ IL CAMPIONE E’ COMPOSTO DA DONNE IN ETA’ FERTILE ? – La scelta di valutare i livelli espositivi nelle donne in età fertile, che non abbiano avuto figli o se madri che non abbiano mai allattato, nasce da alcune motivazioni:

  1. le donne in età fertile sono uno dei gruppi della popolazione per i quali l’esposizione agli inquinanti suscita le maggiori preoccupazioni;
  2. molti inquinanti hanno caratteristiche di “distruttori endocrini” e possono avere effetti avversi sull’apparato riproduttivo femminile e sono altresì in grado di passare la barriera placentare;;
  3. il tempo che va dal concepimento ai due anni di vita del bambino è considerata il periodo di maggiore suscettibilità all’azione degli inquinanti ambientali.

COME SI SVOLGE IL PROGETTO – Per la valutazione dell’esposizione agli inquinanti si utilizzano sia i valori di specifici parametri ematici, quali marcatori biologici, sia le informazioni derivanti da una raccolta anamnestica riguardo le possibili vie di esposizione ai microinquinanti ( la storia residenziale e professionale, le abitudini di vita, incluse le abitudini alimentari, la storia medica e l’anamnesi patologica di ogni singola donna).

La popolazione target è costituita da donne residenti da almeno 10 anni nelle zone in studio, che abbiano un’età compresa tra 20 e 40 anni, senza figli o che comunque non abbiano mai allattato. Il campione sarà composto in parte da donne della Val Susa in parte dalla val Chisone e Germanasca in parte dalla fascia collinare del Pinerolese ( Frossasco e dintorni) .

A tal fine è in corso di spedizione una lettera a tutte le donne potenzialmente interessate tratte dalle anagrafi comunali. Alle donne che partecipano al progetto verranno effettuate non solo le analisi necessarie per ricercare gli inquinanti ma anche quelle normali di interesse per la salute della persona che verranno rese disponibili anche quale occasione di monitoraggio sanitario.

DOVE SI SVOLGE IL PROGETTO – Secondo le residenze delle donne volontarie i prelievi verranno effettuati dal corrente mese di maggio nelle aree più urbanizzate presso i comuni di Frossasco, Borgone Susa, Caprie, Sant’Antonino di Susa, Chiusa di San Michele, Condove, Sant’Ambrogio e Vaie Condove e Susa.

Da giugno sarà la volta delle residente nelle aree più decentrate presso Pragelato , Pomaretto e presso l’Ambulatorio di Pinerolo ( per le residenti nei comuni di San Germano, Pramollo e Porte.

Già la fase di progettazione e la realizzazione del piano operativo non ha potuto prescindere dalla stretta collaborazione del Gruppo di Lavoro con i Distretti Sanitari, i Medici di Medicina Generale, gli Ospedali di zona e non ultime le Amministrazioni Locali, alle quali, nelle persone dei Sindaci, già in fase iniziale è stato chiesto di individuare, tra i soggetti della popolazione target, quanti non fossero più in possesso dei requisiti di inclusione nello studio.

LA DENOMINAZIONE EUROPEA DEL PROGETTO Progetto “Linking Environment and Health: a Country-based Study on Persistent Organic Pollutants in Women of Reproductive Age WOMENBIOPOP” finanziato con il contributo dello strumento finanziario LIFE della Comunità Europea e dall’Istituto Superiore di Sanità, cofinanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare).