L’ASL TO3 partecipa al XXXV Congresso dell’Associazione Italiana di Epidemiologia nella sede del Museo dell’Automobile di Torino dal 7 al 9 Novembre 2011 con il Poster “ Prevalenza di allattamento al seno e suoi determinanti”.
Prove scientifiche derivanti da centinaia di studi condotti negli ultimi venti anni confermano che l’allattamento al seno è il modo migliore per nutrire ed allevare i bambini.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’UNICEF ed importanti società scientifiche raccomandano che:
- il latte materno costituisca il nutrimento esclusivo dei bambini fino a circa 6 mesi d’età; esclusivo significa che il bambino non ha bisogno di nessun altro alimento o liquido, compresa l’acqua.
- a partire dal compimento del sesto mese, siano progressivamente introdotti nella dieta del bambino adeguati alimenti complementari; il bambino deve tuttavia continuare a ricevere il latte materno.
- l’allattamento al seno continui tranquillamente fino al secondo anno di vita ed oltre: è la coppia madre/bambino che decide quando è il momento di smettere.
Inoltre è noto che l’Allattamento Materno protegge i bambini dall’otite, dalla diarrea, dalla polmonite, riduce il rischio di asma, di allergie, di obesità e sovrappeso.
Una recente indagine dell’Istituto Superiore di Sanità (2009) evidenzia che il 98% delle mamme intende allattare il proprio bambino ma solo il 69,4% lo allatta esclusivamente al seno alla dimissione dall’ospedale dopo il parto, il 56,4% a 3 mesi e solo il 9,6% a 6 mesi dal parto.
Nel 1997/98 è stato avviato il progetto regionale di “Promozione e sostegno dell’allattamento al seno” con l’obiettivo di aumentare la prevalenza e la durata dell’allattamento al seno.
Al momento sono disponibili pochi dati locali sull’allattamento a 3 mesi e pressoché nessuno inerente il periodo successivo. Al fine di colmare questa carenza informativa, il personale infermieristico pediatrico del Dipartimento Materno Infantile, S.S. Attività Consultoriali dell’ASL TO3 nelle sedi di
Collegno e Grugliasco, ha raccolto informazioni sull’argomento, le ha analizzate e valorizzate in collaborazione con il Servizio di Epidemiologia dell’ASL e con la Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga
La ricerca ha avuto i seguenti obiettivi:
- raccogliere e strutturare informazioni sull’allattamento intervistando le mamme in consultorio al momento della vaccinazioni;
- verificare interazioni tra alcuni fattori (partecipazione a gruppi di sostegno all’allattamento, punto nascita, puericultura, visita domiciliare, Pediatri di Libera Scelta) e la durata dell’allattamento al seno.
In conclusione, sulla base delle analisi statistiche delle 749 interviste effettuate negli anni 2009-2010, si può affermare che alcuni fattori influenzano maggiormente la durata dell’allattamento e aumentano la probabilità per il bambino di ricevere il latte materno.
Il sostegno all’allattamento nelle diverse possibili articolazioni (visite domiciliari, frequenza del punto di sostegno all’allattamento al seno presente sul territorio, massaggio infantile) riesce a prolungare la durata dell’allattamento.
Un’altra variabile molto importante è quella costituita dai pediatri a cui i bambini sono affidati.
Il fatto di essere seguiti da alcuni pediatri anziché da altri rappresenta un fattore di protezione per la durata e l’esclusività dell’allattamento al seno. La relazione tra Pediatra di Libera Scelta ed allattamento è stata analizzata in 21 professionisti, in 13 casi non risulta esserci un’associazione statisticamente significativa, in 7 sì.
In futuro verrà indagato il ruolo esercitato sull’epoca di inizio dell’allattamento complementare o artificiale dall’utilizzo dell’Agenda della Gravidanza regionale, dall’aver partecipato ad Incontri di Accompagnamento alla Nascita, dal rientro al lavoro, dalla nazionalità e dall’aver già altri figli sull’esclusività dell’allattamento. Inoltre per verificare i benefici dell’allattamento materno saranno controllati gli accessi al pronto soccorso e le prescrizioni farmaceutiche ai bambini.