PRIMO CASO IN ITALIA, GRAZIE ALLE METODICHE ALL’AVANGUARDIA ED ALLA NUOVISSIMA TECNOLOGIA DEL BISTURI AD ACQUA MINI INVASIVO – FINORA DA 4 A 8 GIORNI DI RICOVERO – MANTENUTE LE FUNZIONI DI CONTINENZA ED EREZIONE – UN OTTIMO ESEMPIO DI PIENA SINERGIA FRA OSPEDALE E TERRITORIO
La Prostatectomia radicale è un intervento che si esegue nei casi di neoplasia prostatica e che, comunque venga eseguita ( laparoscopia, robot, a cielo aperto ), richiede mediamente da 4 a 8 giorni di degenza.
Presso l’Urologia di Rivoli è stato eseguito il primo intervento in Italia e uno dei pochi al mondo, di prostatectomia radicale in Day Surgery, con dimissione nella prima giornata post-operatoria.
Ciò è stato possibile grazie ad una tecnica chirurgica mini-invasiva, già messa a punto e utilizzata, in casi selezionati, presso l’Ospedale di Rivoli dal Primario Dr. Maurizio Bellina e dalla Sua equipe con ottimi risultati sia in termini di radicalità oncologica che di ripresa funzionale ( mantenimento continenza ed erezione).
Tale tecnica, di recente, è stata migliorata ulteriormente con l’impiego di un particolare dissettore ad acqua ( Erb-jet ) , un vero e proprio “ bisturi ad acqua”, il cui getto finissimo consente in maniera pressoché non traumatica la dissezione delle fini strutture nervose e vascolari da salvaguardare.
Il paziente, selezionato in base all’età, ai parametri istologici e prognostici, alle condizioni fisiche ed ambientali, è stato operato in anestesia spinale e potendo quindi già deambulare e alimentarsi alla sera, è stato dimesso dopo una sola notte di ricovero ( day surgery con notte ).
La novità di tale operazione, prima in Italia, è stata resa possibile grazie ad un percorso che si è svolto a Rivoli con la messa a punto della tecnica ( pubblicata in diverse riviste scientifiche e presentata in congressi sia nazionali che internazionali ) e grazie allo sforzo di diversi attori .
Anzitutto il Dr. Gaetano Cosenza Direttore Generale dell’ASL TO3 pur in tempi difficili ha recentemente individuato le risorse per l’acquisto delle nuove tecnologie per l’uso dell’ idrodissettore, indispensabile per tale tecnica mini-invasiva. Fondamentale poi , nella ottima riuscita dell’intervento, il lavoro del Team anestesiologico coordinato dal Dr. Bruno Barberis, che ha valutato il paziente selezionato ed ha consentito la precoce dimissibilità dopo una attenta valutazione di criteri clinici predefiniti.
Numerose figure professionali del territorio sono poi state coinvolte in quello che è un eccellente esempio di sinergia fra Ospedale e Territorio: infatti gli infermieri dell’Assistenza domiciliare integrata , responsabili delle cure domiciliari, coordinati dal Dr. Silvio Venuti; i responsabili del servizio di telemedicina, hanno inoltre reso possibile i controlli ecg a domicilio, con invio telematico del referto, in particolare la Geriatra Dr.ssa Dominga Salerno e il Direttore del Distretto Dr. Pasquale Grassano.
Nella gestione del paziente sono infine stati coinvolti il Medico curante di medicina generale, il servizio 118, i cui responsabili, Dr. Bono, Dr. Vacca, si sono resi disponibili in caso di necessità.L’importanza di questa procedura, eseguibile solo in casi selezionati è nel consentire un rapido reinserimento del paziente nel proprio ambiente familiare, con evidente impatto psicologico positivo, particolarmente importante in pazienti giovani portatori di una malattia neoplastica.
Da non sottovalutare la netta riduzione dei costi rispetto all’intervento tradizionale e specie rispetto a quello in laparoscopia e robotizzato ( questi ultimi con degenze superiori e uso di costoso materiale di consumo) nonché una mobilizzazione precoce con minor rischio di incidenti tromboembolici ed infine la riduzione del rischio di contrarre infezioni ospedaliere
Tutto ciò è possibile solo se esiste un team urologico d’eccellenza e una ottimale integrazione tra ospedale e territorio, in un clima organizzativo e collaborativo ideale tra i vari attori. La prostatectomia radicale “ mini-invasiva” con dimissione del paziente in 24 ore, è la risposta moderna al carcinoma prostatico, in pazienti giovani e selezionati, che rifiutino la sorveglianza attiva e si pone in linea con quanto viene eseguito in pochi centri al mondo.